Sogni
I Sogni sono stati scelti per essere esposti da Michelangelo Coviello, nella sua Officina a Milano, nell’aprile 2016 e, come i disegni per Diario ordinario, sono nati nel corso di riflessioni-ripensamenti notturni, uno dopo l’altro, intuitivamente. Quindici complicità fra inchiostro e poesia, senza nulla da svelare sul retro.

Primo sogno
Doppio mondo.
Concreto e fatto di sogno.
Voglie di fuga, mentre resti
qui. Sepolto
tra le abitudini
e la ruggine
dei giorni che passano
sopra il tuo corpo.

Secondo sogno
Ed è con te
sesso, nella mia mente. Le mie labbra schiuse
a pronunciare il tuo nome
e il tuo nome ancora
nel silenzio
di quest’aria tersa.

Terzo sogno
Terra corrucciata
pensierosa. Zolle, solchi
incisi, immutati.
Ferite sofferte
che forse
in questo stare ci somigliano.

Quarto sogno
La luce ci sveglia.
Timida.
Bambina dolce
fuga le domande
notturne.
Luce rosa,
luce marina e liquida. Accende pian piano
lo spettacolo quieto
di una mattina
di stupore.

Quinto sogno
In questi giorni
senza misericordia
mi sento macerare
come carta nell’acqua.
Buttata tra i vicoli
mentre dentro, tutto,
lento, si aggiusta.

Sesto sogno
Ed è uno sbranare
nel conoscere il prossimo.
Voglia-bisogno
smania-possesso.
Mi accomodo dentro
te, così.
Come in un sofà.

Settimo sogno
E se sarà da parte tua
un no, io lo prenderò
colorandolo prima di giallo,
poi di rosso, verde, rosa.
Ne farò un filo di luce
e avrò almeno
un arcobaleno.

Ottavo sogno
Così va l’innamoramento,
un buon incendio. Un ballo lento
appena di lieve sofferenza.
Così va questa danza da capogiro
di cui nessuno ha mai
imparato i passi.

Nono sogno
E resto su questi pensieri,
su questi pezzi di vetro
in cima a un muro.
In un equilibrio
fatto di un non sapere.

Decimo sogno
Il dolore è un sangue
scuro. Colla densa che gira
gira dentro. Gira, e il mondo
non è di nessuno. Non è dei vinti,
non è dei vincitori.

Undicesimo sogno
Una grotta magica
la nostra testa. Festa
quotidiana e alle pareti,
paure, voglie incastonate.
Desideri d’oro e invidie
E noi, ladri di gioia
ladri di vita, incamminati
verso l’ignoto.

Dodicesimo sogno
La nostra pelle è comoda.
Siamo sprofondati
in noi stessi
tanto da non renderci conto
che così la misura è persa.

Tredicesimo sogno
Forse ci incontreremo
dormendo. Sonnambuli
sulla metropolitana,
presa per sbaglio
nell’ora di punta.
Non ho tempo. Coniglio
bianco. Non posso.

Quattordicesimo sogno
E aspetto un giorno
sereno in cui la gioia
entrerà ballando.
Luce fra i capelli,
abbraccio giocoso
una musica dolce.

Quindicesimo sogno
Le parole in questa vita densa,
vera, non mi lasciano uscire
da questa stanza.
Dalla stanza di chi è nato scrivendo.
Senza nemmeno sapere perché.